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It was the best of times, it was the worst  of times, it was the age of wisdom, it was the age of foolishness, it was the season of Light, it was the season of Darkness”.  (Charles Dickens, A Tale of Two Cities)

“Racconto di due città” è essenzialmente un romanzo di contrasti, come si può già evincere dalla sua celebre massima d’apertura, qui sopra riportata.

Le due città sono Londra e Parigi, durante i tumultuosi anni della Rivoluzione Francese.

Londra era saggia e Parigi folle?

Non necessariamente, perché Dickens non risparmia frecciatine critiche nei confronti della madrepatria e delle sue istituzioni neppure in questo romanzo storico, che si staglia, per le sue peculiarità, nel vasto mondo letterario ideato dal grande scrittore inglese, capace di rappresentare vivamente la miseria del popolino oppresso dalla Rivoluzione industriale, di descrivere con passione le lotte dei giovani di grandi speranze mentre cercano di farsi strada nella vita, di intrattenerci con racconti comici (di settecento pagine o giù di lì; il circolo Pickwick è una delizia dalla prima all’ultima pagina) degna del miglior british humor.

Nel romanzo, fra i numerosi elementi contrastanti, compaiono, da una parte, francesi buoni, virtuosi, e perciò perseguitati, come il protagonista della storia, il dottor Manette, imprigionato alla Bastiglia senza giusto processo e quasi impazzito; dall’altra, diabolici “cittadini” figli della Rivoluzione, assetati di sangue, come gli inquietanti monsieur e madame Defarge.

Come a Londra così a Parigi si trovano, poi, individui belli, generosi e puri di spirito, come Sidney Carton e Charles Darnay, di cui, mentre il primo è un decadente avvocato inglese dall’anima (apparentemente) dannata, il secondo si rivela un nobile francese fuggiasco, altrettanto eroico, ma per niente dannato, lui.

Immancabilmente, entrambi si innamorano dell’eroina della storia, Lucie, la figlia di Manette, la quale, al contrario di tutti gli altri, non è in contrasto con nessuno, perché è bella come il sole, biondina, dolcissima, e noiosa da matti ( e indovinate un po’chi sceglierà come compagno di vita?).

Le varie vicissitudini che si succedono nel romanzo costringono tutti questi personaggi a muoversi (in massa) da una città all’altra e, considerata la situazione complessiva, non si può certo dire che Parigi costituisse, ai tempi, una meta turistica delle più ambite!

L’inevitabile convulso finale della storia mi ha fatto piangere calde lacrime, quindi non aspettatevi un tripudio di matrimoni felici come in Pickwick … questo romanzo, però, sorprende e appassiona, e per chi ama la sana classica letteratura inglese dei bei giorni che furono, è semplicemente imperdibile.

To be continued ….

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