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Si calcola, molto probabilmente per difetto, in assenza di registri  dei  tumori aggiornati in molti paesi  in via di sviluppo, che ogni anno oltre quindici milioni di persone perdano la vita a causa del cancro, che rimane in assoluto, per quello al seno, la prima causa di morte delle donne.

Dopo i recenti e vari articoli pubblicati sulla documentata efficacia del MDB assistiamo, da qualche  giorno, ad un’intensa offensiva mediatica circa la presunta ( mai scientificamente documentata ) efficacia degli attuali trattamenti e sui fantomatici, solo mediatici, progressi  oncologici, basati sulla solita aria fritta dei funambolismi statistici taroccati dalle multinazionali del farmaco. In questi giorni il DR. Horton, editore in capo di un prestigioso, storico giornale medico scientifico , “Lancet”,   conferma e condivide l’etica di ricerca scientifica e di pratica clinica del Prof. Luigi Di Bella. Non si riferisce assolutamente infatti agli studi clinici autofinanziati (con sacrifici) pubblicati da ricercatori indipendenti come Di Bella, e non sponsorizzati dalla grande industria, ma stigmatizza e delegittima gli studi clinici commissionati dalle multinazionali a grandi ospedali e cliniche universitarie, per piazzare sul mercato i loro farmaci. Con questo noto, e da più parti denunciato meccanismo, viene chiaramente manipolato dalle multinazionali quello che viene denominato “ impact factor” (indice di “attendibilità” di una rivista scientifica) e creata, gestita e mantenuta, la cosiddetta “Comunità scientifica”. A conferma di questa grave e ben dissimulata verità,  sono significative e autorevoli anche  le dichiarazioni del Nobel per la medicina Randy Scheckman, che si ribella alle riviste scientifiche compiacenti (ai primissimi posti nella classifica dell’Impact Factor), come Science, Cell,  ecc… e ammette che la ricerca in campo scientifico non è affatto libera ma in mano ad una “cerchia ristretta” (c.d. comunità scientifica). Dunque la ricerca scientifica, per il premio Nobel, sarebbe “tutt’altro che indipendente” e Randy Sheckman sostiene che “ormai le riviste scientifiche non pubblicano contenuti in base alle ricerche ma in base all’interesse legato alle vendite”. L’Impact Factor è manipolato. Il DR.Horton, di Lancet, in linea con Sheckman, denuncia che studi commissionati dalle multinazionali sono pubblicati da riviste , anche prestigiose, ma compiacenti ( molte ormai di proprietà delle multinazionali ) per dare credibilità a funambolismi statistici e incrementare così i loro fatturati con farmaci di dubbia efficacia e non raramente inutili : “Dr. Richard Horton… La moitié de ce qui est écrit dans la littérature médicale est faux …C’est très inquiétant, puisque toutes les études (commanditées par l’industrie) utilisent des médicaments ou des vaccins qui prétendent aider les gens, enseigner au personnel médical et aux étudiants en médecine etc.” Dr. Richard Horton ... La metà di ciò che è scritto nella letteratura medica è falso ... E ' molto preoccupante , dal momento che tutti gli studi ( sponsorizzati dall’ industria ) utilizzano farmaci o vaccini che pretendono di aiutare le persone

Collegandosi all’articolo segnalato in questo link:          http://www.metododibella.org/it/notizie/2015-06-01/Una-paziente-guarita-grazie-al-Metodo-Di-Bella.html#.VW1Sk7eJjcc emerge chiaramente  come  le istituzioni italiane  non abbiano  alcuna difficoltà ad erogare con disinvoltura colossali cifre (sicuramente superiori ai 300.000 – 400.000 €) in casi  di linfomi che possano necessitare di camera  sterile, rianimazioni, trapianti di midollo, senza considerarne il costo sociale. Al contrario  nei casi di documentata e certificata guarigione di linfomi  mediante il Metodo Di Bella, con tutta la diagnostica ematochimica e strumentale  prevista in letteratura, in cui erano reiteratamente falliti i protocolli chemio-radioterapici ufficiali,  il paziente deve restituire ( notevolmente maggiorato )  quanto aveva ottenuto dal  precedente ricorso.

Se si documenta, come in questo caso, con esami ematochimici e strumentali il reiterato e completo fallimento dei protocolli chemioterapici " ufficiali di provata efficacia", e guarigione completa e stabile con MDB, e se questa documentazione viene certificata sotto giuramento da un Consulente Tecnico di Ufficio nominato dal giudice , questo non conta , non vale niente, il dato di fatto documentato, verificabile, la realtà, non vengono prese in considerazione dalle istituzioni italiane rifacendosi  alla pseudosperimentazione del Metodo Di Bella del 1998. La paziente è stata condannata ( oltre al danno la beffa ) a restituire ( maggiorato ) quanto aveva ottenuto per curarsi con MDB  e guarire. Proponiamo una nuova voce nel vocabolario della giurisprudenza: "Guarigione indebita" quella ottenuta col Metodo Di Bella sanzionata dallo stato italiano.-

E’ accessibile, relativamente ai linfomi,  senza difficoltà,  la pubblicazione, sulla massima banca dati scientifica mondiale  www.pubmed.gov  , sui linfomi trattati e guariti con Metodo Di Bella :

"- The Di Bella Method (DBM) improved survival, objective response and performance status in a retrospective observational clinical study on 55 cases of lymphomas.Di Bella G, Colori B, Mascia F.Neuro Endocrinol Lett. 2012;33(8):773-81 ".

Si vedrà che nei linfomi, la percentuale di guarigioni con MDB è nettamente migliore , senza la grave tossicità e senza l'elevata mortalità della chemio , che nei linfomi supera il 17% ,come riportato sulle banche dati mondiali ufficiali:

-" Ann Oncol. 2010 Apr;21(4):842-50. Epub 2009 Nov 13.Long-termfollow-up of an age-adapted C5R protocol followed by radiotherapy in 99 newlydiagnosed primary CNS lymphomas: a prospective multicentric phase II study of the Groupe d'Etude des Lymphomes de l'Adulte (GELA).Ghesquières H, FerlayC, Sebban ".

Le ricadute con MDB al confronto della chemio sono inferiori. Nella pubblicazione è documentato  che i casi trattati con MDB come terapia di prima linea non hanno avuto ricadute, mentre dei 15 milioni di morti delle statistiche ufficiali oncologiche mondiali, una parte non trascurabile è dovuta a malattie linfoproliferative. Non sono rari i casi di pazienti guariti da linfomi con chemio e che ricadono in altri tumori, insorti dopo anni, proprio per le raffiche di mutazioni associate all'immunodepressione da chemio.

Giuseppe Di Bella

 

leggi anche: La-Prevenzione-e-i-Costi-secondo-il-Metodo-Di-Bella.

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