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Il Popolo greco, con il voto di ieri (5 luglio 2015), ha dimostrato che la Democrazia che reca nel DNA è ancora viva e vitale.

Nonostante la campagna terroristica condotta finanza internazionale e dai Paesi di cui quest'ultima è espressione, da solo (per la pavida acquisciente insussitenza dei governi degli altri Paesi che versano in difficoltà), ha saputo reagire all'ipotesi di un'ineluttabile, dolorosa, lenta agonia.

Con chiarezza, senza toni trionfalistici e nonostante la strizzata d'occhio giunta dalla Russia, TSipras ha ribadito la convinzione del proprio Paese di voler restare nell'Unione europea e nell'area euro.

L'unica richiesta, la stessa avanzata in precedenza, è stata quella di ottenere una ristrutturazione del debito greco, senza la quale il Paese non avrebbe alcuna possibilità di uscire dalla situazione debitoria nella quale i precedenti governi l'hanno precipitata.

Tre giorni fa, il FMI aveva riconosciuto, tardivamente (avrebbe potuto farlo senza condurre la Grecia al referendum in quanto era il motivo di dissenso che ha condotto alla rottura delle trattative), che senza una riduzione o, almeno, una ristrutturazione del debito la Grecia non avrebbe alcuna possibilità, affrontando qualsiasi sacrificio, di uscire dalla propria crisi.

Con maldestra sfrontata manovra, la Germania ed i creditori, tentano ora di far credere che non sia possibile alcuna ripresa delle trattative in quanto i sacrifici che la Grecia intende sopportare non sarebbero quelli che possono consentire l'estinzione del debito.

Per anni abbiamo assistito all'imposizione di misure draconiane (la politica dell'austerità, il pareggio di bilancio nelle Costituzioni, fiscal compact) da parte della Germania e della finananza internazionale, alla Grecia e ad altri Paesi. L'unico risultato ottenuto è stato un precipitare delle prospettive di ripresa e crescita dei Paesi in difficoltà, una loro deindustrializzazione, disoccupazione, perdita dei diritti per le fasce più deboli della popolazione mentre, al contempo, la Germania è stata l'unica a giovarsi davvero della moneta unica e di tale politica.

E' chiaro, pertanto, che il motivo reale per il quale la Germania si oppone ad un accordo con la Grecia è rappresentanto dal fatto che esso porrebbe in discussione gli "equilibri" e l'egemonia che è riuscita a costruirsi. Un'egemonia così penetrante da privare i singoli Stati di stabilire l'indirizzo della propria politica economica e ciò nonostante l'assoluta incapacità dimostrata nell'indicare (nel dettare) misure idonee a portare le economie dei singoli Paesi al superamento delle crisi.

Gli altri Paesi in difficoltà che avrebbero interesse all'affermazione di un cambio di rotta della politica europea (in particolare Italia, Spagna e Portogallo), del resto, hanno espresso Governi troppo deboli ed inclini all'allineamento per poter costiutire un minimo problema per i Panzer tedeschi. L'imperativo, fallito il tentativo di abbattere il Governo TSipras che è uscito rinvigorito dal consenso popolare, è quindi, per la Germania e per il FMI, quello di affamare l'intero Paese.

La Grecia deve diventare l'esempio di quanto sia sconveniente disubbidere a Berlino e al FMI.

La tirannia, che si esprime attraverso questo neo-colonialismo asfissiante, non può tollerare l'autodeterminazione dei Popoli nè la democrazia. Non è un caso se JePi Morgan (se non ricordo male) ha dichiarato che la democrazia, nel sud dell'Europa, mal si concilia con le esigenze di un'economia liberista.

Evitiamo di lasciare solo il Popolo greco se non vogliamo trovarci, a breve, in una situazione analoga e facciamo tesoro di quanto scrisse il grande drammaturgo TEDESCO Bertolt Brecht "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perchè rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perchè mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare."

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