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Nel presentarle la questione le parlavo perfino di mia moglie, salvata dalla metodica antiblastica ed in cura MDB dal 2012.
Ebbene, ho ricevuto dal Consigliere Direttore del Suo Ufficio di Segreteria, prot. SGPR 12.03.2015 0029968P, firma del Dott. Simone Guerrini, un solo riscontro con cui Ella, sensibile alla mia istanza, incaricava di trasmettere la mia al Ministero della Salute per gli opportuni approfondimenti.
Non è successo nulla!
Gli ammalati, già privati della ricchezza della salute, della speranza, delle prospettive di vita, già colpiti da una sofferenza intima e profonda indescrivibile ed inimmaginabile, dalla certezza della morte dolorosa e assai prossima, molto spesso non possono scegliere di intraprendere una cura, quale il "Metodo di Bella" può effettivamente dimostrarsi, che permetterebbe loro di aver salva la vita.
Molti scelgono di adire il Giudice, mostrando inconfutabili referti di strutture pubbliche che dimostrano, indiscutibilmente, l'efficacia della Metodica sul singolo caso.
Ma quasi tutti vedono respingersi il ricorso a causa dei risultati di una sperimentazione assolutamente inattendibile su cui, cosa sconosciuta ai più, gli stessi NAS di Firenze in corso di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, Prot. n. 6356/7-6 "P" del 2 dicembre 1998, verbalizzano:
"...omissis...dall'attento esame degli elenchi è emerso un dato preoccupante, se non addirittura sconcertante: 1048 flaconi di soluzione ai retinoidi sono stati distribuiti dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, a 28 dei 60 centri della Sperimentazione MDB, oltre il termine massimo di TRE MESI, come stabilito dall'Istituto Superiore della Sanità. Ciò comporta che n. pazienti abbiano assunto, per un periodo oscillante tra i venti e i trenta giorni, ....omissis... un farmaco potenzialmente imperfetto e non più possedente le caratteristiche terapeutiche iniziali, senza escludere che la degradazione e scomposizione dei principi attivi possa produrre effetti collaterali gravi specialmente in soggetti sofferenti patologie neoplastiche. Ne consegue, quindi, che i risultati ottenuti dalla sperimentazione siano sicuramente inattendibili e che la stessa sperimentazione debba essere quantomeno rivista seguendo un'ottica che tenga conto di tali nuove e significative risultanze".
Ad oggi, gli ammalati che optano per il MDB pagano di tasca propria la cura salva vita.
Ad oggi, i pochissimi che riescono ad ottenere da un giudice di primo grado una sentenza favorevole perchè costituzionalmente orientata, vedono riformarsi in Corte d'appello il provvedimento. Si sono già pronunciate le Corti territoriali di Bologna, Milano e, da pochissimi giorni, Bari nei casi delle sigg.re Barbara Bartorelli, Flora Nardelli, Myriam Infede ed Assunta Leone, sostenendo che non è il giudice a doversi sostituire, nella validazione della efficacia di una cura, alle preposte autorità tecnico-scientifiche.
In primis come marito di paziente oncologica, ma anche come membro dell'Avvocatura e cittadino italiano, non posso sopportare che il nostro Ordinamento rimanga inerte di fronte a siffatta assurdità.
La prima sentenza di morte è stata eseguita il 2 marzo scorso: la sig.ra Flora Nardelli, condannata dalla Corte di Milano a restituire l'indebito assistenziale di 113.000 euro per essere stata curata "illecitamente" col MDB - grazie al quale era in remissione competa e stabile da mieloma multiplo - ed a non essere più assistita con MDB a carico SSN, non essendosi più curata causa personale impossidenza economica, dopo aver preannunciato pubblicamente il proprio destino fino ad assistere alla ripresa della propria malattia incurabile, è deceduta tra mille sofferenze.
Il vuoto di tutela di questi nostri fratelli italiani è pauroso e sconcertante.
Mi chiedo: le norme costituzionali a tutela della Salute, della Libertà, dell'Uguaglianza Sociale e della Solidarietà repubblicana, rimangono schiacciate da un errore inammissibile? O forse dai complessi iter burocratici e dalla indifferenza di chi tratta tali casi come casi comuni, come numeri? Premesso che non sono le aule di giustizia le sedi preposte al sollievo della sofferenza, può un giudice negare tutela al singolo paziente opponendo agli inconfutabili certificati del singolo, attestanti miglioramenti o remissioni impensabili, le conclusioni generali della sperimentazione del 1998?
Mettendo insieme le esperienze vissute, e tutti i dati raccolti, ho raggiunto la convinzione che sia stata dichiarata, per motivi oscuri, una vera guerra al MDB e che lo stesso debba continuare ad essere colpito attraverso la soppressione dei diritti dei singoli pazienti.
Faccio appello per l'ultima volta alla Sua Figura, alla Sua stimata Persona, per chiedere un intervento concreto rivolto ad una riapertura del caso e ad una sua vera ed attenta valutazione.
Certo che vorrà comprendere le ragioni profonde di questa mia; sicuro che vorrà zittire definitivamente il popolo che ritiene che anche questa volta non interverrà concretamente e che questa mia rimarrà ancora inascoltata; abbandonato completamente alla Sua sensibilità di Uomo, di Giudice Costituzionale, ed alla pregnanza del Suo Ruolo Istituzionale.
Con la massima osservanza

Avv. Gianluca Ottaviano

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