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A cura del Prof. Arch. Girolamo Spezia

 

Nel quadrante sud-est di Roma il sistema viario è molto ricco di arterie; molte hanno valore storico e paesaggistico.

Iniziamo dalla Regina Viarum, la via Appia, che da Porta Capena, dove iniziava*,  intersecava la via Latina, virando poi in direzione sud per iniziare la sua corsa verso Brindisi, dove arrivava dopo aver attraversato Capua, Formia, Benevento e Taranto, per citare solo alcune località unite da questo capolavoro ingegneristico. Roma e l'Oriente dell'Impero erano così collegati, con scambi non solo di merci, ma anche di idee e di cultura.

La via Appia Nuova fu invece il risultato di una rettifica del tracciato precedente della via Asinaria**, una rettifica voluta da Gregorio XIII per facilitare la comunicazione tra la basilica di San Giovanni ed i suoi possedimenti; il papa, su progetto di Pio IV, spostò l'inizio della via Asinaria (il nome deriva dalla Gens romana del Asinii) dall’omonima porta a porta San Giovanni, a pochi metri di distanza. Oggi la zona è interessata dai lavori di prolungamento della Metro C.

Il tracciato della via Latina (oggi considerata una zona "bene" del VII Municipio) fu abbandonato tra il Medioevo e l’Età moderna e completamente dimenticato; l’omonima porta delle Mura aureliane venne addirittura murata per lunghi periodi. Solo a seguito di scavi archeologici, eseguiti tra il 1857 e il 1858, ne venne riscoperto il sito, visibile nella zona compresa tra via dei Cessati Spiriti, Tor Fiscale e le Tombe latine, dopo l’incrocio con la via Appia Nuova. La via ai tempi dei Romani portava fino a Capua, allora detta Casilinum. All'altezza dell'attuale Monte Compatri (allora detto Labicum), vi si innestava la via Labicana, oggi via Casilina. Il quartiere Appio Latino (la delimitazione territoriale dei quartieri Tuscolano e Appio Latino fu approvata tra il 1924 e il 1926), dalle Mura a via Macedonia ha completamente cancellato ogni aspetto storico della “Via” e il quartiere Tuscolano, solo negli anni ’30 del secolo scorso, è giunto fino allo sbarramento dell’acquedotto Felice.

In età moderna la via Tuscolana sostituì la via Latina nei collegamenti tra la Città e i Colli Albani. Non esisteva in Età antica e si sviluppò nel corso del Medioevo, collegando preesistenti tratti stradali; la sua denominazione deriva dalla città di destinazione, Tuscolo, alla quale sopravvisse dopo la sua distruzione nel 1191. Poco prima dell’attuale Raccordo Anulare, la via Tuscolana si immetteva nella via Anagnina, identificabile con l’antico tracciato della via Latina fino ad Anagni.

Più recente è via delle Cave, una strada rettilinea che congiungeva e congiunge la via Appia Nuova alla via Tuscolana; esisteva già nel XVII secolo, quale tratturo campestre che conduceva alle cave di pozzolana fuori porta San Giovanni.

Il vicolo del Mandrione fiancheggiava in parte gli acquedotti dell’acqua Marcia e dell’acqua Claudia, collegando la via Labicana (come detto, oggi è via Casilina) alla via Tuscolana presso  porta Furba; il toponimo probabilmente deriva dall’accrescitivo di ”mandria” e indicava il luogo in cui si consentiva il pernottamento del bestiame “grosso”.

 

*nei pressi vi era una fonte di acqua purissima, che veniva attinta dalle Vestali per i loro riti

** la parte iniziale di via Asinaria coincide con l'inizio di via Appia Nuova

 

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