Utenti Registrati

Appuntamenti

Maggio 2024
L M M G V S D
1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31

Valutazione attuale: 3 / 5

Stella attivaStella attivaStella attivaStella inattivaStella inattiva
 

A cura del Prof. Arch. Girolamo Spezia

 

Gli insediamenti produttivi nei quartieri Appio Latino e Tuscolano di Roma meritano una menzione. Ancora alla fine degli anni Trenta del secolo scorso il territorio era caratterizzato da una promiscuità tra residenze e insediamenti produttivi, questi ultimi anche di particolare dimensione; inoltre diverse aziende agricole proseguivano la loro attività nelle fasce più esterne del territorio: a ridosso della villa Lais e del Mandrione tali aziende occupavano ancora spazi a ridosso delle attività industriali e dei nuovi insediamenti abitativi.

Le più moderne attività industriali erano ubicate poco lontane della sede ferroviaria della linea Roma-Torino, dalla stazione Tuscolana all’Ostiense. Fuori di Porta Maggiore c’erano la Pantanella (oggi sede dell’Università Statale), mentre l’Istituto Farmaceutico di Serono (oggi grande struttura ricettiva) era all’inizio di via Casilina. Altre Aziende erano concentrate tra via Assisi, viale Amelia e via Veturia; oltre Ponte Lungo emergevano gli stabilimenti dell’Istituto Poligrafico dello Stato e in via dei Cessati Spiriti gli stabilimenti della FATME. Nei pressi dell’Appia Nuova, in via Veio, si trovava la CINES, la prima industria cinematografica italiana; dopo un incendio che distrusse gli stabilimenti, l’attività cinematografia della zona sarebbe proseguita con la CAESAR e con la SCALEA film, insediate presso la Circonvallazione Appia.

Altre emergenze industriali erano costituite dallo Scalo Tuscolano delle Ferrovie, il deposito tranviario ex STEFER sulla via Appia Nuova (dopo essere stato oggetto di notevoli lavori di ristrutturazione, è stato trasformato in un centro commerciale, il più vicino al centro storico), la rimessa autobus STA-ATAG di piazza Ragusa (oggi enorme spazio espositivo).

In una “rete”, in cui tutte queste attività costituivano i principali nodi, se ne formavano altre “minori”, man mano che procedeva la trasformazione urbana e industriale del territorio. Questa situazione, intrecciandosi con la realtà abitativa, mostra gli intendimenti del regime fascista di affiancare e connettere il ceto operaio con i ceti medi e impiegatizi, per enucleare il ceto operaio (era ritenuto  "sovversivo”), utilizzando diverse forme di acquiescenza ed accettazione passive, che porteranno  ad atteggiamenti di coinvolgimento attivo e partecipe.

 

 

Copyright © 2024 Associazione Culturale PARTECIPAZIONE. Tutti i diritti riservati.
Joomla! è un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.

Questo sito utilizza i cookies per gestire al meglio l'autenticazione, la navigazione ed altre funzioni. L'utilizzo del sito comporta l'accettazione di tali cookies sul tuo dispositivo. Cliccando su Chiudi si accettano i cookies.

Informativa estesa sull'uso dei cookie