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Sono tante le Nazioni che rivendicano la paternità della parola OK, una delle più utilizzate al mondo, specialmente in questi tempi di velocissime comunicazioni social.

La prima, suggestiva ipotesi vede questo termine derivare dalle iniziali della circonlocuzione dell'antica Lingua Greca “Ola Kalà” (Όλλα Καλά) che significa “tutto bene”. Contemporaneamente, entro i confini dell’Impero Romano, dove invece si parlava anche il Latino, si usava dire “hoc est” ovvero “è così“; e quando il Latino, qualche secolo dopo, cedette pian piano alle Lingue locali, fu in Provenzale antico che, per significare “sì”, si diceva “oc”.

Una delle tesi più accreditate, invece, fa derivare la parola dai tempi della Guerra di Secessione Americana; al termine di ogni giornata di combattimenti, gli eserciti americani e inglesi scrivevano su una bandierina il numero dei morti, seguito dalla lettera K, che stava per “killed” (uccisi); le rare volte che uno dei due schieramenti non subiva perdite umane, appariva la scritta 0K (0 killed), che così assunse un significato beneaugurante, poi, col tempo, divenuto un termine di assenso. Per rimanere in Nord America, nelle lingua dei Choctaw e dei Sioux, popolazioni native, figuravano le parole “okeh” e “hoka hey”, con lo stesso significato di essere d'accordo.

Ma anche la Russia ed i Paesi dell’ex Unione Sovietica sono convinti di aver dato origine all’acronimo più famoso; in questo caso la frase è “очень хорошо” (trascrizione fonetica: “ochenkhorosho”), il grido che si levava dalle squadre degli scaricatori del porto di Odessa in Ucraina (sì, quello della Corazzata Potemkin), quando volevano comunicare agli equipaggi delle navi che tutto il carico era stato stivato.

Secondo gli Inglesi, invece, OK deriverebbe da “Oll Korrect“, cioè “all correct” scritto di proposito in modo errato per enfatizzarne il significato; per rimanere nelle Isole Britanniche, si ricorda che la frase gaelica “och, aye” significa “oh sì” (in questo modo la capillare diffusione negli USA si spiegherebbe con la massiccia immigrazione irlandese).

Non ne rimane fuori neanche l’Africa: in lingua Bantu “uou-key” (questa la trascrizione fonetica) significa “certamente sì”: l’espressione potrebbe aver viaggiato con gli schiavi africani ed essersi trasfusa nell’uso americano.

E’ se OK fosse una persona? In caso, sarebbe un ottocentesco impiegato del porto di New York, tal Otis Kendall, che controllava le merci in carico e scarico, ed era solito scrivere le proprie iniziali “O.K.” sulle casse di merci controllate.

Quale di queste ipotesi sarà quella OK?

Fonti

https://it.wikipedia.org/wiki/Okay

www.naturastoriandmistero.altervista.org/lorigine-della-parola-ok/

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