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Francesco II Borbone, ultimo Re delle Due Sicilie

 

Il 27 dicembre 1894, ad Arco di Trento, si spegneva il mite ed anonimo signor Fabiani, di neanche 52 anni, confortato dalla sua grande fede che lo aveva accompagnato tutta la vita.

Ma era veramente una persona così anonima? Non proprio; dietro tale nome si celava Francesco d’Assisi Maria Leopoldo di Borbone, l’ultimo Re delle Due Sicilie.

Questo Re, sui libri di scuola, viene ricordato soprattutto per aver perso, e male, contro i Mille di Garibaldi, che 1.000 non erano, ma molti di più, chi dice 30.000, chi 50.000 (le camicie rosse erano state inviate dai Savoia, peraltro suoi cugini, per conquistare il suo Regno e senza dichiarazione di guerra). Leggiamo anche che gli era stato affibbiato il soprannome di Franceschiello, a significare lo scherno, da parte del popolo, per la sua inettitudine.

Ma le cose, pare ormai certo, non stavano proprio così.

In realtà, il soprannome stava ad indicare un giovane Re gracile, timido e molto religioso (è in corso il processo di canonizzazione), che aveva timidamente abbracciato un modello di regno pacifico, diverso da quello dei sovrani del suo tempo.

Nonostante il Regno non fosse un paradiso (ma anche le altre Nazioni non stavano meglio), i Re borbonici erano riusciti lentamente ad avviare la trasformazione da un Paese settecentesco ad uno organizzato in senso più moderno: basta guardare la colonia di San Leucio, il cantiere navale Castellammare, le località termali di Ischia, i laboratori tessili in Sicilia, le acciaierie in Calabria, ma anche la prima nave a vapore, il primo Officio Topografico, il primo ponte sospeso con struttura in ferro sul Garigliano, ed altro ancora. Il tutto confrontandosi e cercando di limitare il paternalismo dell’epoca, la burocrazia elefantiaca e le resistenze della nobiltà e del clero, ostili a rinunciare ai propri privilegi.

Pochi anni dopo l’Unità, di tutto ciò rimaneva poco o niente.

Peccato, perche l’ordinamento giuridico in vigore nel regno delle Due Sicilie palesava già una qualche attenzione all’uomo-persona; già dal 1774 era stato introdotto l'obbligo della motivazione delle sentenze (riprendendo gli insegnamenti del giurista Gaetano Filangieri), il principio del favor rei e l'istituto della transazione (una specie di patteggiamento tra PM e reo, che sarà introdotto nell'ordinamento italiano nel 1989). Inoltre, il detenuto scarcerato, se ammalato, doveva rimanere in carcere per essere curato e per non trasmettere all’esterno i virus delle febbri carcerarie, allora molto diffuse.

Francesco II, così come i suoi avi, perseguiva il progetto unitario e pacifico di una Confederazione di Stati, ma tale progetto trovò la forte opposizione dell’Inghilterra, allora il Paese più influente del mondo. Il resto è Storia, ma Storia scritta dai vincitori……

 

Fonti

www.fondazionefrancescosecondo.it

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