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«Viva Maria» fu l'appellativo dato ad una delle insorgenze antinapoleoniche scoppiate in Italia fra il 1797 e il 1800. Le città interessate furono Genova, Arezzo (la più attiva nella lotta), la Toscana, ma anche i territori limitrofi, appartenenti allo Stato Pontificio.

Riassumendo le cause, gli ideali giacobini portati dalla Rivoluzione francese non erano graditi a tutti, specialmente alle fasce di popolazione più religiose e conservatrici; ma anche chi inizialmente si entusiasmò, in breve tempo divenne insofferente alla dominazione d’Oltralpe. Tra chi accolse i Francesi con speranza ed ottimismo ci furono invece gli Ebrei italiani che, grazie a loro, poterono uscire dalla secolare ghettizzazione.

Durante la ribellione entrambe le parti in causa non risparmiarono all’altra violenze e saccheggi.

Qui ricordiamo un episodio poco conosciuto di quei tempi. Furono le Bande armate antinapoleoniche (soprattutto aretine e chiamate "del Viva Maria") che si resero protagoniste di un atto terribile; il 28 giugno del 1799 gli insorti entrarono a Siena, accanendosi con violenza e livore sia contro coloro che avevano aiutato i Francesi a prendere la città sia contro gli Ebrei. Il motivo in questo caso era semplice: le truppe francesi furono le prime a riaprire il ghetto nel quale la comunità ebraica era costretta a vivere già da oltre 200 anni, abbattendone le porte e bruciandole pubblicamente.
In quel giorno vi furono devastazione e violenze ovunque, ma l’episodio più grave avvenne nel ghetto: le bande entrarono nella zona e saccheggiarono svariate abitazioni. Tredici ebrei furono costretti ad uscire dalle loro case e furono poi bruciati vivi in Piazza del Campo, in un rogo alimentato anche dall’Albero della libertà (uno dei simboli della Rivoluzione francese).

Questo eccidio, poco "raccontato", è stato portato a conoscenza da chi ha voluto scavare nei recessi della Storia italiana; dobbiamo ringraziare anche lo scrittore Giordano Gasperoni, trapiantato a Siena da oltre 40 anni, che descrive la strage in alcuni capitoli del suo libro “La casa in via della Fortuna”, un romanzo  dove  si intrecciano continuamente passato e presente. Pur facendo dell'eccidio un pretesto per raccontare una vicenda attuale, ci fa conoscere un episodio lontano e dimenticato.

 

Fonti:

https://sienanews.it

La casa in via della Fortuna, di Giordano Gasperoni

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