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«Scabra ride nel sole/ come nell’occhio venuto da Corinto/ la montagna, madre che stende/ il grembo e l’amore ci apprende/ di tornare a lucere qui nato/ porto sui gorghi un fiore allucinato»

Pasquale Maffeo*, poeta e narratore

Il Cilento fa parte amministrativamente della Campania (comprende la quasi totalità della provincia di Salerno), ma è una realtà culturale che si estende oltre, a buona parte di quella che era la Magna Grecia: è terra di miti greci e latini (Omero e Virgilio citarono questi luoghi nei loro poemi), di vestigia archeologiche tra le meglio conservate in Europa, di tradizioni culinarie** che hanno dato origine all’accezione “dieta mediterranea” e di paesaggi di grandi suggestioni. Si passa in breve tempo dalle aspre e carsiche montagne dell’interno, dove il fiume Calore ha scavato un canyon navigabile in canoa (vi scorre anche un fiume sotterraneo navigabile, il Negro), alle spiagge di sabbia candida, lambite da un mare con sfumature smeraldine, intervallate da grotte marine. Sempre in riva al mare si possono osservare 57 torri costiere (su un totale di 379 realizzate nel Regno delle Due Sicilie), che raccontano una storia di assalti, rapine e saccheggi da parte di popoli stranieri. Suggestivo il fatto che da Marina di Camerota, in particolari condizioni climatiche, si possano vedere le Eolie e l'Etna, con la sua perenne colonna di fumo. A Villammare, nella parte più a sud del Cilento, si può osservare una fascia dunale di circa 400 metri, con tre piccoli ruscelli perenni; da quando è stata salvaguardata e protetta, vi crescono varie specie di Euphorbia, la Santolina e la Cuscuta scadens; il Corriere piccolo ha lì trovato il giusto habitat per nidificare.

Nel Cilento si fermarono i Sibariti, discendenti degli Achei, già nel VII secolo a. C., fondando Posidonia, meglio conosciuta come Paestum***, la cui imponente area archeologica incanta ed intimidisce; poi arrivarono i Focesi dall’Asia Minore e fondarono Elea (chiamata in epoca romana Velia), dove fu istituita la Scuola Eleatica, luogo di conversazioni filosofiche tra Senofane, Parmenide e Zanone (scusate se è poco…..). E' qui che nel IV secolo a.C. iniziò a formarsi una realtà omogenea a livello storico-culturale, chiamata Grande Lucania****, che si estendeva dal fiume Sele in Campania fino al fiume Lao in Calabria, comprendendo l'intero territorio dell'attuale Cilento e la parte nord dell'Enotria; tale realtà sostanzialmente rimase invariata, anche dopo le numerose invasioni, fino al IX secolo d.C., quando la Grande Lucania terminò di esistere. Politicamente, invece, una parte di questi territori confluì nella Langobardia Minor, fino all'arrivo dei Normanni, nel VIII secolo d.C. Nel 851 il Principato di Benevento, terra longobarda, venne smembrato ed alcune porzioni di territorio diedero origine al Principato di Salerno, che fu colto ed opulento; fu un crocevia dove si incontrarono casualmente alcuni monaci e viandanti greci, latini, ebraici ed arabi, tutti interessati alla Medicina, che qui decisero di istituire una scuola per tramandare il loro sapere, la Scuola Medica Salernitana, antesignana di tutte le università. Visto il passaggio ed il mescolamente dei popoli transitati, il dialetto parlato varia dal Salernitano (di area campana/napoletana) ai dialetti dell’interno, fortemente apparentati con il Siciliano; altrettanto variegate le tipologie fisiche degli abitanti, alcuni con occhi scuri vagamente a mandorla, altri con caratteristiche tipicamente nordiche.

Ma torniamo alla Storia e facciamo un balzo in avanti nel tempo: arriviamo alla metà del XIX secolo, quando (è raccontato in una poesia celeberrima) una spigolatrice fu un'appassionata testimone dello sfortunato sbarco a Sapri di Carlo Pisacane e dei suoi 300 uomini. Qualche anno dopo giunse Alexandre Dumas padre, in veste di trafficante garibaldino. In epoche più recenti arrivò Ernest Hemingway, che rimase incantato da Acciaroli e dalle sue atmosfere marinare, tanto da ispirarsi a questo borgo, si dice, per scrivere il suo capolavoro "Il vecchio e il mare”.

Le tradizioni popolari cilentane sono strettamente legate a quelle religiose, soprattutto al culto delle sette Madonne, alcune nere, i cui luoghi di venerazione sono visitati in pellegrinaggi votivi, lungo i tragitti che furono i tratturi di transumanza.

Non mancano leggende e miti pagani, come quello che narra che a Punta Licosa (Leucosia significa “sirena” in Greco) dimorasse una delle tre sirene che, nell'Odissea, tentarono di sedurre Ulisse con il loro canto. Palinuro, oggi famosissima spiaggia, prende il nome dal nocchiero di Enea, morto cadendo in mare, dopo aver pregato il dio Sonno di liberarlo dalle sofferenze d'amore causategli dalla ninfa Kamaraton, che disdegnava i suoi sentimenti. Venuta a conoscenza del fatto, la dea Venere trasformò la ninfa in roccia, per punirla della sua freddezza; a sua volta Kamaraton ha dato il nome a Camerota.

E non dimentichiamo che in Cilento si trova il più grande monumento del Sud dopo la Reggia di Caserta, la meravigliosa Certosa di San Lorenzo, costruita a valle di Padula, un centro famoso anche per aver dato i natali a Joe Petrosino, il leggendario poliziotto ucciso dalla Mano nera.

 

 

* ha scritto un libro “Cilento” (Capaccio, 1933), in cui colloquia con un redivivo Ferdinando II di Borbone

** nel Cilento cresce il raro e prezioso carciofo bianco

*** tuttora si coltiva una famosa rosa, citata da Virgilio

**** La Lucania è il territorio posto tra la costa del Tirreno, dal Sele al Lao, e quella dello Ionio, da Metaponto a Turi....(Strabone, storico del I secolo a.C. - Geografia, VI, 1, 4)

 

Fonti

www.salviamoilpaesaggio.it

www.unicosettimanale.it

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