Utenti Registrati

Appuntamenti

Aprile 2024
L M M G V S D
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30

Negli Stati Uniti d'America sono stati, in totale, 34 gli Italiani linciati nell'arco di neanche 20 anni; si iniziò nel 1886 a Viccksburg, in Virginia, poi a Louisville nel 1889, a Denver nel 1893, a Walsenburg nel 1895, ad Hahnville nel 1896, a Tallulah nel 1899, ad Erwin nel 1901, ad Ashdown nel 1901, a Davis nel 1903, fino all’ultimo linciaggio a Tampa, in Florida, nel 1910. 

Ad aprile 2019 e dopo 128 anni, il sindaco di New Orleans, LaToya Cantrell (afrodiscendente, sarà un caso?), ha presentato le scuse ufficiali della sua città all’Italia, per il linciaggio di undici immigrati italiani (di cui nove siciliani, tra cui un disabile psichico), avvenuto il 14 marzo 1891. A partecipare al linciaggio furono migliaia di persone (chi scrisse 3.000, chi addirittura 20.000). Tra gli uomini linciati, otto avevano già ottenuto la cittadinanza statunitense e tre erano ancora cittadini italiani.

Antefatto

Nel 1890 New Orleans, anche per la sua posizione geografica, era un classico esempio di melting pot, con una popolazione formata da irlandesi, francesi, creoli, caraibici, afroamericani ed italiani; questi ultimi erano quasi tutti meridionali, dato che la città era collegata a Palermo da un rotta navale diretta. La maggior parte  fuggiva dalla miseria della Sicilia postunitaria, dove la legittima aspettativa di ottenere terre e giustizia, proclamata dai garibaldini, era stata repressa nel sangue dai Savoia. Con i migranti siciliani non arrivava solo manodopera, peraltro pagata anche meno di quella dei coloured ormai liberati dalla schiavitù, ma anche qualche affiliato alla criminalità organizzata. David C. Hennessey, sovrintendente della polizia locale e forse non esattamente un uomo probo (era stato imputato di omicidio), trovandosi in mezzo ad una guerra di “famiglie”, annunciò che, al processo che le vedeva imputate, avrebbe testimoniato a favore di una, di cui era amico personale e forse complice, e contro l’altra; dopo questa presa di posizione, una sera, mentre rincasava, venne crivellato di pallottole, ma prima di morire riuscì a dire ai suoi colleghi che erano stati i dagos, i latini (che a New Orleans erano particolarmente invisi agli irlandesi, allora comunità dominante e di cui faceva parte lo sceriffo).

Processo

Nell'immaginario collettivo louisiano, gli imputati vennero considerati colpevoli ancor prima del processo, con il solito corollario di luoghi comuni contro gli italiani (soprattutto se meridionali), fortemente pompato dalla stampa locale; nonostante ciò, otto degli undici imputati vennero giudicati non colpevoli, a seguito di un processo che vide tentativi di creare artatamente prove false contro di loro. Gli imputati vennero comunque tenuti in arresto (impropriamente, perché alcuni di loro erano già stati assolti), in attesa del verdetto che li avrebbe rimessi in libertà. La borghesia di New Orleans, che prima, durante e dopo il processo aveva lanciato violenti anatemi contro di loro, non accettò il verdetto e decise di farsi giustizia da sé, assaltando la prigione e massacrando gli immigrati, impiccandone due e fucilando i restanti (anche se alcuni di loro non avessero neanche affrontato il processo e tre di loro non avevano alcun coinvolgimento nell’episodio). Nonostante l’indignazione internazionale, in modo poco liberal e poco aderente al c.d. american dream, sia la stampa locale che il sindaco (pensate, faceva di cognome Shakespeare…..) difesero il gesto, dichiarando che il massacro era “plausibile e in fin dei conti giusto“. Come si concluse la vicenda? Con un indennizzo alle famiglie e nessun processo per i colpevoli del terribile linciaggio. Il libro Vendetta, del docente americano Richard Gambino, ricostruisce la storia con rigore scientifico; nel 1999 il regista Nicholas Meyer ne trasse un film, dallo stesso titolo, con Christopher Walken.

Un altro linciaggio a danno di siciliani

Nove anni dopo, nel luglio del 1899, a Tallulah, a nord di New Orleans (la zona non era propriamente accogliente per alcuni.....) ci fu un altro linciaggio collettivo, immotivato e feroce. Con tutto il rispetto per gli animali, una capra abbandonata per strada non sembra una motivazione così forte, ma pare proprio che la causa fu questa; l'animale in questione aveva infastidito un medico e da tale fastidio si originò una sparatoria. Dopo di ciò, la solita «folla ordinata» procedette al linciaggio immediato di cinque persone, contadini siciliani, tutti imparentati tra loro. Il nostro governo chiese spiegazioni; non le ebbe, ma ottenne un risarcimento per le famiglie delle vittime e tutto finì lì. La storia è riportata nel libro di Enrico Deaglio, Storia vera e terribile tra Sicilia e America, che riscostruisce e dipana la storia, scegliendo la formula del giallo- inchiesta. Contemporaneamente ai fatti riportati, fu una donna, l'avvocato Mary Grace Quackenbos, a rompere il silenzio sullo sfruttamento quasi schiavista a cui erano soggetti i dagos (aveva intraprendenza, s’infiltrò nelle piantagioni e stilò un rapporto che, benchè censurato in Usa, pervenne all’ambasciatore italiano).

Considerazioni

Solo colpa di irlandesi, di media inferociti, della classe borghese statunitense (sicuramente all'epoca poco colta e molto arrabbiata per l'abolizione della schiavitù) e di sindaci infervorati? Certo, ma non solo. Anche una certa Italia fece la sua parte contro i propri connazionali; gente come gli antropologi Giuseppe Sergi e Luigi Pigorini, criminologi come Cesare Lombroso (un ebreo che cambiò il suo nome, Ezechia, per non essere individuato come tale e che aveva, come fermacarte, il cranio di un presunto brigante*) o sociologhi come Alfredo Niceforo, formularono disinvoltamente (e, forse, con opportunismo e servilismo) teorie che dipingevano il meridionale, italiano da pochi decenni, come una sorta di selvaggio di derivazione africana, e quindi destinato ad una inferiorità razziale irredimibile e naturalmente criminale; tali “studi” si basavano su osservazioni come la craniometria, utilizzata per attribuire un quoziente intellettivo più basso rispetto ai popoli del nord, la cui presunta superiore civiltà derivava dalla mescolanza con il sangue celtico. Sappiamo tutti dove questi concetti portarono pochissimi anni dopo……Tali teorie furono furono disprezzate e ridicolizzate dal mondo scientifico di allora, anche se le teorie** di Lombroso (molto forzate, se non addirittura ambigue, in alcuni punti) ebbero successo negli USA, a supporto delle loro politiche segregazioniste; tali "studi" furono subito dichiarati destituiti di ogni fondamento, ma fecero molti danni ed i pregiudizi derivanti sono tuttora radicati in certi contesti (negli stadi di calcio basta leggere gli striscioni contro le squadre meridionali, anche se si tenta di far passare il tutto per innocuo folkore). Purtroppo, dopo l'unificazione d'Italia, per il Sud - oltre all'immigrazione transoceanica (che andava di fatto a sostituire i neri nei lavori più umili) e lo spopolamento di territori - arrivarono anche i pregiudizi; e così i pronipoti di Pitagora, Parmenide ed Archimede si ritrovarono terroni e gli ufficiali rimasti fedeli ai Borboni furono classificati come briganti........ma si sa, la Storia la scrivono i vincitori.

Un altro linciaggio dimenticato (a danno di piemontesi)

Nell'agosto del 1893, ad Aigues-Mortes, nella regione francese della Linguadoca-Rossiglione, otto (ma forse più) immigrati italiani che lavoravano nelle saline, in prevalenza piemontesi (termine che allora in Francia indicava tutti gli italiani del nord), furono trucidati da lavoratori e popolani francesi, a seguito di tumulti scatenati dalla falsa notizia di un omicidio da loro commesso (gli italiani erano considerati ladri di salario). Anche in questo caso fu stabilito un risarcimento, ma anche qui non vi fu alcun colpevole, in quanto la giuria popolare assolse tutti gli imputati, nonostante le varie prove a carico; questi uscirono dall'aula acclamati dal pubblico. Storicamente, siamo nella Francia della Belle Epoque......

 

* Pasquale Vilella in realtà aveva rubato solo qualche ricotta e qualche uovo

**una di queste teorie lombrosiane classificava, come potenziali tuffatori, le persone che amavano pedalare....

Fonti

Articolo de La Repubblica sul linciaggio di New Orleans su palermo.repubblica.it

Articolo di Repubblica sul linciaggio di Tallulah, scritto da Benedetta Tobagi

Quando gli immigrati da linciare eravamo noi! Dopo 128 anni le scuse di New Orleans sulla mattanza -  www.dagospia.com

Film-documentario Pane Amaro dell’italo-americano Gianfranco Norelli

www.sellerio.it

www.emergenzeweb.it

Wikipedia

Copyright © 2024 Associazione Culturale PARTECIPAZIONE. Tutti i diritti riservati.
Joomla! è un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.

Questo sito utilizza i cookies per gestire al meglio l'autenticazione, la navigazione ed altre funzioni. L'utilizzo del sito comporta l'accettazione di tali cookies sul tuo dispositivo. Cliccando su Chiudi si accettano i cookies.

Informativa estesa sull'uso dei cookie