Utenti Registrati

Appuntamenti

Aprile 2024
L M M G V S D
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30

Recensione della Prof.ssa Carla Fraboni

Il regista Koreeda Hirokazu ha tratto la sceneggiatura da una sua commedia teatrale scritta circa quindici anni fa.
Un autore giapponese che ama il tema della famiglia e lo tratta ambientando tutto in Europa, a Parigi. In realtà la capitale francese non si vede, ma se ne intuisce la presenza grazie al rumore della metro ed alle foglie cadute nell'inverno parigino. Il set è il mondo di Fabienne, una diva del cinema non più giovane, ritiratasi in una villa-prigione, che ha appena terminato di scrivere la sua autobiografia.
Le scene sono claustrofobiche, sia quando si svolgono all'interno della casa -museo che quelle girate in auto e negli studios.
Il titolo del film è al singolare sia nella versione francese che in quella inglese, mentre il plurale italiano preannuncia la materia che si va a trattare. Quali sono la/le verità? Fabienne sceglie sempre quella che le è più utile, che trasfonde anche nel suo libro, dove si racconta come un'attrice di successo, una madre che ha sempre ottemperato ai suoi doveri (con un ex marito trasformato in tartaruga perchè immeritevole), con un grande affetto per una ex collega (a cui in realtà ha rubato il ruolo ed in qualche modo la vita). La sua abilità di giustificare tutte le sue azioni egoistiche ed egocentriche, come quella di impersonare pirandellianamente mille maschere diverse,  le viene sicuramente facilitata dal mestiere di attrice; nelle scene di riferimento, la Denevue è sempre immersa in nuvole di fumo di sigaretta.
La figlia Lumir (Juliette Binoche), tanto noncurante del proprio aspetto quanto la madre è maniacalmente attenta al suo, voleva essere un'attrice, ma è diventata una sceneggiatrice; scrive anche per Fabienne, che sa solo recitare parole scritte da altri, elaborandole un testo di scuse.
Lumir apprezzerebbe la sincerità del vero, ma anche lei ha qualcosa da nascondere, come un marito alcolista, attore secondario di serie tv. Malgrado i suoi tentativi di costruire un rapporto che somigli anche solo vagamente a quello madre-figlia, alla fine cede alla solidità materiale ed etica di Fabienne, per la quale "E' meglio essere una cattiva madre ed una pessima amica ma una buona attrice" e gioca  anche lei la  carta della menzogna.
La pellicola è tutta al femminile, anche nei ruoli secondari della deliziosa nipote Charlotte e delle attrici del film nel film (Fabienne sta girando un film di fantascienza, incentrato sul rapporto madre-figlia). Il sesso maschile gioca un ruolo di contorno; gli uomini dipendono tutti dalla strega Fabienne per motivi diversi e - se pure talvolta riescono a prendere le distanze come nel caso dell'ex marito Pierre o del maggiordomo Luc - tornano all'ovile più devoti che mai.
La morale che il regista ci suggerisce è la stessa del suo precedente film "Affare di Famiglia": la vera famiglia non è fatta di legami di sangue. E' quella delle persone che vogliono il tuo bene.

Copyright © 2024 Associazione Culturale PARTECIPAZIONE. Tutti i diritti riservati.
Joomla! è un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.

Questo sito utilizza i cookies per gestire al meglio l'autenticazione, la navigazione ed altre funzioni. L'utilizzo del sito comporta l'accettazione di tali cookies sul tuo dispositivo. Cliccando su Chiudi si accettano i cookies.

Informativa estesa sull'uso dei cookie