La Belle Epoque: Rivivere il passato per affrontare un nuovo futuro

Recensione della Prof.ssa Carla Fraboni

Il regista Nicolas Bedos affida a Daniel Auteuil, Guillam Canet e soprattutto a Fanny Ardant il compito di spiegarci come la nostalgia possa imprimerci uno sprint tale da vivere un nuovo e splendido futuro.

Due sposi, Victor e Marianne,  che sono stanchi, diversi, annoiati l’uno dall’altro e dalle loro rispettive vite, si allontanano per condurre l’esistenza che considerano la più adatta alle loro nuove aspirazioni.

L’agenzia Time Traveller, specializzata nel ricreare accuratamente ambientazioni passate, regala a Victor la possibilità di rivivere i giorni del suo innamoramento con Marianne, grazie alla ricostruzione maniacale sia del bistrot La Belle Epoque di Lione (dove si erano conosciuti) sia di situazioni, possibili soprattutto grazie alla recitazione di capaci attori coprotagonisti.

L’escamotage del film nel film è funzionale alla trama, che si conclude con il trionfo dell’amore, che continua tra i due coniugi ritrovatisi.

Il regista interpretato da Canet affronta le medesime difficoltà di Bedos, dovendo amalgamare attori capaci ma diversi, sempre in bilico tra accordi e rivalità, amore ed abbandono.

Victor si innamora nuovamente di Marianne riscoprendo, attraverso la triste usura dei sentimenti, il gusto delle cose passate.

La riuscita del film è merito dei due attori protagonisti, che sanno imprimere alle scene umorismo, delusione, romanticismo, rendendo credibile anche lo scontato lieto fine, che li vede ancora una volta mano nella mano.