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In Occidente la partecipazione del cittadino alla cosa pubblica coincide con la nascita della Democrazia; la prima esperienza di questo genere la troviamo nell’antica Grecia, a partire dall’VIII secolo a.C., quando gli Elleni passarono dalla “città del re” (di diffusione sumerica, egiziana, cretese e micenea) alla Polis, la “città dei cittadini”. Tale innovativa forma di governo era essenzialmente basata sull’uguaglianza di tutti i cittadini, sul loro diritto di riunirsi in Assemblea (dove veniva esercitato il diritto di voto), sul principio di maggioranza (che imponeva alla minoranza di adeguarsi alla decisione che prevaleva numericamente) e sulla possibilità per ognuno di accedere alle funzioni di giudice e alle cariche pubbliche.

Ma fu veramente una democrazia partecipata, come si direbbe oggi? Non totalmente.

Gli Storici, infatti, considerano l’esperienza della Polis non esente, comunque, da criticità, quali la schiavitù, l’estromissione delle donne dalla sfera pubblica, la chiusura nei confronti dei barbari e l'esclusione degli stranieri dall’aristocrazia dei cittadini. Quindi l’attore principale, al centro di questo tipo di democrazia (comunque avanzata per l’epoca), era il cittadino, non la persona in quanto tale. Questa contraddizione, presente anche nell’epoca d’oro di Pericle, sembra inficiare il concetto di un governo ideale; però vanno riconosciute al grande politico ateniese alcune riforme, ancor oggi alla base delle Democrazie, come:

compensare chi fa politica (i cittadini ricevevano una “indennità di presenza” per partecipare alle riunioni delle assemblee, in modo che anche le persone di modesta estrazione economica, sorteggiate per le cariche pubbliche, potessero partecipare alla vita politica);

attribuire uno stipendio ai magistrati (che erano eletti annualmente fra tutti i cittadini, senza escludere i più poveri);

dare più poteri all’Assemblea (in particolare, più poteri di controllo).

L’esperienza della Polis greca iniziò a declinare dopo la guerra del Peloponneso; i conflitti interni indebolirono le tante città-stato, permettendo l’avanzata dei Macedoni da Nord e dei Persiani da Est. La Roma imperiale, pochi secoli dopo, fece tesoro dell'errore dei Greci e decise di estendere la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'Impero.

 

Fonti

www.margheritadisavoia.na.it

https://doc.studenti.it/appunti/ricerche/crisi-polis-ellenismo.html

 

 

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