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La Roma imperiale si pose il problema della cittadinanza degli abitanti degli sterminati territori conquistati. l'Urbe, pur facendo propri molti dei concetti e degli usi greci, fece pragmaticamente tesoro degli “errori” delle Polis, che tendevano ad escludere dalla cittadinanza gli stranieri.

Con la Constitutio Antoniniana, emanata nel 212 d.C. dall’imperatore Antonino Caracalla, Roma concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’Impero, che così poterono pronunciare con orgoglio (o per lo meno questo ci fa credere Cicerone…..) la famosa frase “Civis Romanus sum”. Massimino, originario della Tracia e quindi un barbaro, divenne Imperatore pochissimi anni dopo, a suggellare la validità della scelta fatta.

Ma la concessione della cittadinanza romana a tutti i sudditi dell’Impero fu un segno di grande democrazia o fu un mero strumento di quella che oggi chiamiamo Realpolitik? Roma voleva dimostrare universalità e democrazia perché credeva in questi concetti o voleva solo controllare più capillarmente un Impero, che iniziava ad essere infiltrato dal Cristianesimo?

Gli Storici credono che Roma fu spinta soprattutto dal desiderio di fondare un impero universale, conquistando il mondo conosciuto di allora. La città, divenuta immensa, cosmopolita e multietnica, perse la sua identità iniziale, ma ne guadagnò in cultura; andò molto peggio ai confini dell’Impero, ormai impossibili da presidiare, dove la “romanizzazione” di immensi territori aveva portato alla perdita della loro stabilità e della loro sicurezza. Intanto le continue pressioni, da Nord e da Est, delle popolazioni che cercavano di varcare i confini dell’Impero, portarono, due secoli dopo, alla sua caduta.

Roma, capitale di un Impero che faceva tremare il mondo con la sua eccezionale potenza militare, subì attacchi, saccheggi e spoliazioni, cadendo in uno stato rovinoso; i centri di interesse politico, militare ed economico furono trasferiti altrove e la città, vuota di tutto fuorchè di rovine, si trasformò in villaggio. Dovranno passare molti secoli prima che Roma torni a brillare.

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